Italo Calvino descriveva la Liguria come una regione sospesa tra cielo e mare, e proprio in questo suggestivo contesto geografico, possiamo ammirare un cantiere unico nel suo genere. Infatti, in questo ambiente, sono stati avviati i lavori di ristrutturazione dell’autostrada A6, dove tra le numerose macchine ed attrezzature impiegate, si distinguono in particolare due Manitou MRT2260 Vision+ poiché svolgono un ruolo cruciale in luoghi praticamente inaccessibili.
La struttura dell’autostrada A6 Torino-Savona
Sull’autostrada A6 Torino-Savona, in cui sono in corso i lavori di miglioramento sismico dei lunghi e complessi viadotti, due sollevatori telescopici rotativi Manitou MRT 2260 Vision+ sono impiegati per cruciali interventi di ammodernamento della struttura, fornendo un servizio logistico di importanza fondamentale su questa significativa arteria di collegamento.
Collocato nell’Appennino ligure, tra boschi, valli strette e pendii inaccessibili, il cantiere offre uno scenario mozzafiato. La sfida diventa ancora più affascinante considerando che queste strutture, intrise di un fascino senza tempo, sono state erette negli anni ’60 in luoghi caratterizzati da una logistica incredibilmente complessa e pericolosa. Infatti, il primo tratto della Torino-Savona, fu inaugurato il 27 gennaio 1960. Da Savona a Priero, si estende per un totale di 42 km, caratterizzati da una complessità impressionante:
129 viadotti per un totale di 11 chilometri e ben 23 gallerie.
Questa autostrada rappresenta la prima realizzazione di montagna in Europa e, al fine di contenere i costi, il percorso fu progettato in modo estremamente tortuoso, seguendo i profili delle alture liguri. Inizialmente, l’autostrada fu costruita con una sola carreggiata larga 10,50 metri, a tre corsie, utilizzate per entrambe le direzioni del traffico, con la corsia centrale destinata al sorpasso alternato nei due sensi di marcia. Successivamente, si pianificò il raddoppio della A6, concluso il 12 novembre 2001 con l’inaugurazione dell’ultimo tratto tra la galleria Gay di Monti, Mondovì e Carrù.
Gli interventi che verranno effettuati
I lavori volti a potenziare la resistenza sismica, coinvolgono il tratto più difficile da raggiungere cioè quello appenninico. Questo tratto di autostrada in cui operano i due Manitou MRT2260 Vision+, comprende un totale di 12 viadotti, tra cui in particolare figura il viadotto Teccio, costruito antecedentemente al 1960.
Questi interventi sono articolati in tre fasi fondamentali:
- La demolizione delle strutture in calcestruzzo armato.
- Il restauro ed il rafforzamento delle attuali pile/baggioli insieme alle relative fondazioni.
- La realizzazione del nuovo sistema di sostegno mediante l’impiego di travi in acciaio CorTen.
L’obiettivo primario di questi lavori, consiste nell’alleggerire la struttura riducendo il carico sui pilastri. Di conseguenza l’effetto ottenuto sarà quello di limitare le oscillazioni della struttura in caso si verificassero degli eventi sismici.
Perché scegliere proprio i Manitou MRT2260 Vision+ per i lavori sull’autostrada A6?
La scelta del Manitou MRT2260 Vision+ per effettuare i lavori sull’autostrada A6, è stata dettata da attente valutazioni operative. Questa selezione si fonda sulla necessità logistica imprescindibile, di raggiungere specifici fronti operativi del cantiere esclusivamente dall’alto. Tale esigenza si rivela di particolare importanza durante le fasi di consolidamento strutturale delle pile di numerosi viadotti situati in zone inaccessibili dal basso, a causa della configurazione del territorio.
Un esempio significativo è il viadotto Teccio, uno tra i più impegnativi e suggestivi dell’intera A6. Questa struttura si estende su nove campate, per un totale di 178 metri di lunghezza, con un tracciato planimetrico curvilineo. L’altezza della struttura, si avvicina ai 50 metri rispetto al punto più basso del vallone sottostante. Tuttavia, l’accesso a questo vallone è consentito solo attraverso una viabilità di cantiere appositamente realizzata, la quale, nonostante la sua presenza, presenta limitazioni legate sia ai notevoli dislivelli da affrontare in uno spazio ristretto, sia agli spazi effettivamente utilizzabili.
Dunque, data la difficoltà e la natura del cantiere, l’unico modo per effettuare l’approvvigionamento dei materiali per il viadotto Teccio, è esclusivamente tramite accesso dall’alto.
Le caratteristiche del Manitou MRT2260 Vision+
L’MRT2260 Vision+ è un robusto sollevatore telescopico rotativo, adatto a qualsiasi tipo di terreno. È una macchina versatile in grado di funzionare come sollevatore telescopico, gru e piattaforma aerea, garantendo elevate performance e una completa adattabilità a diversi lavori.
Tra le caratteristiche peculiari per le quali il Manitou MRT2260 Vision+ è stato scelto per effettuare i lavori sull’autostrada A6, spicca non solo l’ampia gamma di accessori compatibili che permettono di effettuare operazioni come il getto del calcestruzzo, ma anche la possibilità di manovrare completamente la macchina attraverso il radiocomando. Essa non si limita alle sole operazioni di sollevamento, ma si estende anche a quelle di traslazione. Ciò consente di utilizzare la macchina come una piattaforma di lavoro elevabile (PLE) semovente anche a distanza.
Questa è una caratteristica unica presente sul mercato, che contraddistingue i modelli MRT Vision+ di Manitou e che permette di aumentare la sicurezza dell’operatore, controllando totalmente la macchina anche senza essere presenti fisicamente su di essa.
In conclusione
L’autostrada A6 Torino-Savona si erge come un’opera straordinaria, immersa nell’affascinante scenario dell’Appennino ligure. Attraverso gli anni, questa infrastruttura ha subito significative opere di ampliamento, trasformandosi da un tracciato tortuoso degli anni ’60 ad una moderna autostrada con un doppio percorso.
Il cantiere attuale, rappresenta una sfida logistica notevole, ma grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate e moderne come i sollevatori telescopici rotativi Manitou MRT 2260 Vision+, si riesce a superare con successo anche le difficoltà più estreme rappresentate da un’autostrada sospesa a 50 metri di altezza.