La Nuova Sabatini è l’agevolazione italiana più longeva, avendo radici negli anni 60 del secolo scorso. Oggi tale legge, ha ancora lo stesso scopo: spingere le imprese ad investire e rinnovare il proprio parco macchinari.
Nell’ultimo biennio, l’agevolazione ha subito molte variazioni che hanno contribuito a migliorarla, come quelle legate all’emergenza pandemica dovuta al diffondersi del Covid 19.
Come risultato la nuova Sabatini è diventata un’agevolazione che permette alle imprese di ottenere un significativo beneficio fiscale se investono in nuovi beni strumentali funzionali all’attività d’impresa.
In cosa consiste l’agevolazione della nuova Sabatini
Nuova legge Sabatini: Ecco cosa cambia da Gennaio 2023
Con la Legge di Bilancio 2022 la Nuova Sabatini ha ottenuto un rifinanziamento di 900 milioni di euro fino al 2027. L’agevolazione è applicabile per investimenti da un minimo di 20.000 euro fino a un massimo di 4milioni di euro.
L’agevolazione viene rivolta a quegli investimenti mirati all’acquisto di beni strumentali, attrezzature, macchinari, impianti, tecnologie digitali, hardware e software (acquistati direttamente oppure acquisti tramite l’istituto del leasing) ed all’aumento del contributo del 30% previsto per gli investimenti green. È rivolta unicamente alle micro, piccole o medie imprese regolarmente iscritte nel registro delle imprese e che operano sul territorio italiano.
La Nuova legge Sabatini prevede un contributo in conto interessi di 2,75 punti (investimenti “ordinari”) in 5 anni e di 3,57 punti in caso di beni 4.0 (investimenti “digitali”) su finanziamento o leasing finalizzati all’acquisto di beni strumentali nuovi destinati all’attività d’impresa.
Presentare la domanda per la nuova Sabatini
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La domanda di contributo viene presentata congiuntamente alla richiesta di finanziamento (classico o leasing) ad un istituto di credito o intermediatore finanziario autorizzato.
L’agevolazione legata alla nuova Sabatini consiste in una riduzione del costo del denaro, ottenuta con un abbattimento dei tassi di interesse legati all’investimento.
Per questo motivo non è un’agevolazione che riguarda un rapporto diretto fra Stato e impresa, ma prevede tre gradi di coinvolgimento: l’impresa che svolge l’investimento, l’istituto bancario che finanzia tale investimento e lo Stato che abbatte in forma significativa il tasso di interesse legato al finanziamento bancario.
Un’impresa può presentare anche più domande di agevolazione, a condizione che si riferiscano ad investimenti diversi e in ogni caso ammissibili dalla normativa.
Tali programmi devono prevedere investimenti che presentino autonomia funzionale; per questo motivo non è ammesso il finanziamento di componenti o parti di macchinari che non siano produttivi, fatta eccezione per gli investimenti che integrano, con nuovi moduli, l’impianto o il macchinario preesistente, introducendo una nuova funzionalità nell’ambito del ciclo produttivo dell’impresa.
In ogni caso, non sono ammissibili i programmi finalizzati all’acquisto di beni che costituiscono la sostituzione di beni esistenti. La Nuova legge Sabatini non insiste sul cumulo del regime “de minimis” e non è considerato aiuto di Stato. In questo modo è possibile cumularla con altre agevolazioni: il bene in questione può quindi essere presentato su linee di aiuto pubblico diverse.
In Conclusione…
Alla luce dei tassi di interesse applicati da istituti di credito e intermediatori finanziari negli ultimi anni, rappresenta la migliore agevolazione sul mercato per chi ha necessità di acquistare beni nuovi strumentali all’attività d’impresa.
Le normative intervenute in seguito all’emergenza pandemica hanno ulteriormente agevolato l’istituto e i beneficiari, sia quelli che avevano già richiesto l’agevolazione, che quelli potenziali.
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